mercoledì 19 giugno 2013

La Madonna della Consolazione a Scilla

il Quadro davanti la chiesa Matrice
SCILLA. “La “Peregrinatio Mariae” che si svolse dal 13 febbraio all’11 aprile 1948 è un avvenimento che merita di essere riportato nella storia o nel racconto della Consolazione: va tramandato alle generazioni futura come solenne e indubbia testimonianza della robusta fede non soltanto di Reggio, bensì di tutti i grandi e piccoli centri della Diocesi che è orgogliosa di essere tra le prime della Calabria per il suo carattere spiccatamente cristiano e per la sua pietà mariana. Le scene che si svolsero qua e là durante il passaggio di Maria variavano per intonazione, colori ed emotività di soggetti tali da rendersi degne di essere filmate per ricordo imperituro dell’amore del popolo all’augusta Regina del cielo”. Così scrive monsignor Ercole Lacava, canonico del Capitolo metropolitano dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria, giudice del Tribunale ecclesiastico regionale calabro, Rettore della chiesa Gesù e Maria e cappellano conventuale ad honorem del Sovrano militare ordine di Malta, nel suo libro “Il racconto della Madonna della Consolazione”. Il pellegrinaggio iniziò con la tappa da Reggio a Catona per proseguire da Catona a Villa San Giovanni; da Villa a Scilla; da Scilla a Bagnara; da Bagnara ad Archi; da Archi a Pellaro; da Melito Porto Salvo a Roccaforte del Greco; da Roccaforte a Montebello Jonico; da Fossato a San Pantaleo; da San Pantaleo a Motta San Giovanni; da Motta a San Gregorio; da San Gregorio a Gallina, Armo e Arangea; dall’Argea all’Itria; dall’Itria a Reggio Centro.
La Sagra Effige raggiunse Scilla a notte inoltrata del 29 febbraio. La gente da ore attendeva l’arrivo della Madonna, presente l’arcivescovo Antonio Lanza. Quando il Quadro arrivò l’arcivescovo parlò nella piazza illuminata a giorno a migliaia di persone e presentò i missionari che avrebbero predicato fino al 7 marzo. La Madonna lasciò Scilla sabato 6 marzo per Melia a benedire quei fedeli, che accolsero l’Immagine con testimonianza di fede, con fervore ed entusiasmo. Per i contadini, i pastori, era un avvenimento straordinario. La Madonna della Consolazione di Reggio a Melia? Chi lo avrebbe mai sognato? La sera di domenica 7 marzo, il popolo si Scilla accompagnò il Quadro fino a Bagnara, dove sostò sino al 14 marzo, quando partì alla volta di Archi. A Favazzina, esclusa all’andata verso Bagnara, il popolo si riversò per le strade e costrinse il corteo a fermare la Madonna sino alle ore 16.
notizie tratte da monsignor Lacava dall’opuscolo di un anonimo “Servo di Maria” stampato a Reggio Calabria dalla tipografia Leo nel 1948.
Sin qui il racconto sotto l’aspetto del culto mariano. Un’altra storia, tutta laica, vede quel pellegrinaggio ascritto a un fattore puramente politico: la paura della vittoria comunista nelle elezioni politiche italiane per il rinnovo dei due rami del Parlamento che si tennero domenica 18 aprile 1948. Quella effettivamente fu una campagna elettorale molto particolare dove scesero in campo santi, miti, pregiudizi e timori, paure ataviche. Le forze di centro, in primis la DC, ridestarono con ogni mezzo "la paura del comunismo", presentato come l'impero del male. Poichè molto spesso la verità stà sempre nel mezzo, devozione per l’Avvocata del popolo reggino c’è ne fu tanta ma...

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