verso la tua Patria, per augurarti un buon viaggio e tanta
felicità.
Sarà per te un lieto ritorno, anche in questi tempi: e tu –
Italiano – proverai una vera emozione quando vedrai i bei
lidi antichi della Patria tua.
Non ci dimenticare; e ricordati che noi non ci
dimenticheremo mai di te.
Ti terremo, sempre, come amico carissimo; e il ricordo della
tua bella musica e delle ore trascorse insieme saranno tesori
rinchiusi gelosamente, e per sempre, nei nostri cuori.
Un brindisi all’Italia e a tutti i suoi figli.
Addio: e che sia tua la migliore fortuna.
Devotissimamente tua».
Così scriveva nel 1918 John L. Shotall al maestro concertista Luigi Gaetano Gullì, il quale dopo avere diretto il Conservatorio di Shermon nel Texas ed essere stato docente presso il College of Music di Chicago, lascia l’America per rientrare in Italia. Un viaggio che il famoso musicista scillese non avrebbe mai concluso perché la morte lo colse durante la navigazione. Le sue spoglie furono raccolte dal mare, quel mare che tanto amava. Luigi Gaetano Gullì, musicista apprezzato per il suo temperamento artistico, l'impenetrabilità della sua acutezza interpretativa, la sicura ed energica tecnica al pianoforte nacque in una famiglia appassionata di musica. La madre, donna Annunziata Delfino si dedicava al canto e spesso il marito, l’avvocato Giuseppe Gullì, l’accompagnava alla spinetta. Domenico, fratello di Luigi Gaetano era anch’egli maestro di musica e fu per molti anni direttore della Banda di Scilla. Ma anche le sorelle erano affascinate dalla dolce arte tanto, che la casa di piazza San Rocco era considerata un vero e proprio proscenio della lirica. Tuttavia, il talento di Luigi Gaetano non aveva eguali. Era un bambino prodigio che a soli sette anni, tenne il suo primo concerto a Reggio Calabria suscitando un tale entusiasmo che l'Amministrazione provinciale, lo mandò a proprie spese al Regio Conservatorio di Napoli. Al San Pietro a Maiella studiò sotto la giuda di Beniamino Cesi e Lauro Rossi. Diplomatosi in pianoforte si trasferì a Roma dove in poco tempo divenne uno dei prediletti dei salotti aristocratici della capitale. Qui stringe una salda amicizia con Gabriele d'Annunzio, il quale, tra l’altro, gli dedicò un passo nel suo primo romanzo "Il Piacere". Lipsia, Copenaghen, Berlino, Oslo, Parigi, lo videro protagonista di indimenticabili interpretazioni a tal punto da entrare nelle cronache del prestigioso “Le Figarò”. In Norvegia conobbe Eduard Grieg, che ne apprezza le doti musicali, la modestia e la semplicità d'animo. Fu membro onorario della Reale Accademia di Santa Cecilia, ricevette vari doni dai componenti della famiglia reale. La regina Margherita lo volle premiare personalmente per avere portato alto il nome d'Italia nel mondo. Il suo nome venne iscritto nel Libro d'Oro di Norvegia. La sua attività concertistica lo portò in Europa e in America, imponendosi soprattutto col quintetto “Gulli’”, da lui fondato e diretto. Il 31 dicembre del 1886, il consiglio comunale di Scilla plaudendo per i “successi massimi riportati nell’arte musicale nel suo recente viaggio all’estero”, gli rivolse un “saluto d’ammirazione” e stabilì di porre una sua fotografia nella sala consiliare. La foto presente in municipio sino agli anni Venti fu sottratta da mano ignota. Pur tra tanti impegni, Luigi Gaetano Gullì non dimenticò mai la sua terra, tornò frequentemente nella sua Scilla e soggiornò spesso tra le frescure della sua villa di Melia.
“Sfumature”, “Foglio d'album”, “Movimento di valzer”, sono alcune delle sue composizioni custodite presso il Conservatorio di Roma. Il maestro Salvatore Tripodi, docente e studioso emerito, li ha recentemente rispolverate ed introdotte allo studio degli allievi del Conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. La città che gli diede i natali però oltre al "voto" di intitolare una via, che risale al 1924, non ha fatto niente per ricordare ed onorare l'illustre figlio.
“Sfumature”, “Foglio d'album”, “Movimento di valzer”, sono alcune delle sue composizioni custodite presso il Conservatorio di Roma. Il maestro Salvatore Tripodi, docente e studioso emerito, li ha recentemente rispolverate ed introdotte allo studio degli allievi del Conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria. La città che gli diede i natali però oltre al "voto" di intitolare una via, che risale al 1924, non ha fatto niente per ricordare ed onorare l'illustre figlio.
1 commento:
Figghioli, che dire? Abbiamo davvero la memoria corta!
Per rimediare a questa grave "dimenticanza", lancio una proposta: perché non intitolare al maestro Gullì il nuovo anfiteatro?
Forse sarebbe il caso che il nostro Tatomaster pubblicasse sulla homepage nu bellu sondaggio a proposito.
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