venerdì 29 febbraio 2008

Padre Francesco Maria Zagari

Gli scillesi non sono stati soltanto pescatori e marinai, ma anche “pescatori di anime” come la figura, tutta particolare, di padre Francesco Zagari, frate cappuccino.
Francesco Maria Zagari nacque a Scilla il 2 agosto 1843. Il 1° agosto 1861, terminato il Noviziato, prese i voti temporanei e il 15 agosto 1864 fu ordinato sacerdote. Non sappiamo con certezza quando Padre Francesco arrivò a Molochio (dove esisteva una piccola comunità di Padri cappuccini fin dalla seconda metà del XVI secolo), né quando balenò, nella mente e nel cuore di Padre Francesco, l’idea di erigere un Santuario in onore delle Vergine di Lourdes ed un Convento per i Padri cappuccini. Alcuni manifesti, fatti stampare dal padre Zagari tra il 1880 e il 1910, oltre ad annunziare il progetto del Santuario, ci permettono di seguire man mano gli sviluppi di quest’ idea rivolta sia ai molochiesi poveri (che lo sostennero col loro lavoro) e sia ai molochiesi abbienti (che lo sostennero finanziariamente). Su questi manifesti, il laborioso frate si sottoscrive ora come «Missionario Cappuccino», ora quale «Il promotore», ovvero «Cappuccino, benché indegno». La prima pietra del Convento fu posta, sulle fondamenta dell’erigendo edificio, il 29 giugno 1890 dal cardinale Gennaro Portanova, arrivato in treno da Reggio Calabria a Gioia Tauro. A Molochio vi arrivò in carrozza, scortato da un plotone militare del 20° Fanteria di stanza a Palmi. Un anno dopo l’inizio dei lavori, Padre Zagari era giunto fino a Parigi, fermamente intenzionato a procurarsi una immagine della Vergine di Lourdes. In questa città, la terziaria francescana Suor Maria Probech Schlestatd donò al padre cappuccino una bellissima statua lignea dell’Immacolata di Lourdes. Non sappiamo da quale porto francese sia stata spedita la statua. Sappiamo che, di certo in quello stesso anno, giunse a bordo d’un vascello, sulle spiagge di Gioia Tauro. Lo Zagari, tornato nel frattempo a Molochio, inviò a Gioia il carro di massaro Domenico Caruso con a bordo tre aiutanti: Ferdinando Zito, fabbro, Michele Morabito e Carmine Trimarchi contadini. La statua fu condotta a Molochio, in forma privata, e portata in casa del parroco di Molochio, Mons. Rocco Zagari, fratello di Francesco. In questa sede la statua della Madonna stette per ben 9 anni; difatti, soltanto il 14 settembre 1901, potè trovare accoglienza presso l’altare maggiore della chiesa appena finita. Nel 1900, il Santuario era pronto ad essere inaugurato, quando l’uccisione di re Umberto di Savoia, fece rinviare l’inaugurazione. Il 14 settembre 1901, festa dell’esaltazione della Croce, il Convento veniva inaugurato. Il nucleo originario del convento fu una piccola casa abitata da Padre Francesco Zagari con un terziario francescano, nativo di Molochio, tal Carmelo Maio. Ma Padre Zagari, chiedendo licenza ai superiori dell‘ Ordine francescano, il 24 luglio 1884, trasforma la casetta in un piccolo convento che è in grado di ospitare una comunità composta dal Superiore padre Carlo da Frattamaggiore, Padre Paolino, Padre Tito da Villa S. Giovanni e lo stesso Padre Zagari. Fu in questo periodo che Padre Francesco Zagari iniziò a predicare la possibilità di poter erigere un Santuario alla Vergine di Lourdes. La figura ascetica del frate francescano trascinò il popolo molochiese fino a farlo partecipare in prima persona alla costruzione della chiesa. Anche Padre Francesco lavora in mezzo ai carrai, muratori, carpentieri, falegnami, con la pala e il piccone, cantando, pregando e inneggiando alla Vergine Maria. A questo punto, iniziò a girare l’Italia in cerca di fondi per la costruzione della chiesa e del convento. In una lettera del Commissario Generale Cappuccino, Fr. Bernardo da Patrizzi, datata Reggio Calabria, 27 novembre 1899, apprendiamo che «onde potesse più agevolmente viaggiare e raccogliere l’obolo dei fedeli destinato al cerupimento del Santuario della miracolosa Vergine di Lourdes, eretto in Molochio», Padre Francesco Maria Zagari «[…] è stato messo dal R.mo Padre Generale sotto l’immediata obbedienza di suo fratello Monsignor D. Rocco Maria Zagari Can.co e Parroco di San Giorgio». Tre anni prima, Padre Francesco era riuscito a farsi ricevere da papa Leone XIII, l’8 maggio 1896, e a perorare la causa dell’erigendo Santuario di Molochio. In questa occasione, Padre Zagari ottenne incoraggiamenti, benedizioni e indulgenze. Per ringraziare il papa delle generose offerte, il Padre cappuccino, autorizzato dal cardinale Portanova, decise di fare a Leone XIII un regalo tutto particolare: un pescespada intero. Lasciò, dunque, le incombenze del costruendo Santuario molochiese e arrivò a Scilla. Nella sua città natale, dove, supponiamo, avesse ancora rapporti parentali, iniziò a predicare in favore del Santuario di Molochio della Madonna di Lourdes, riuscendo a mettere insieme la somma adatta all’acquisto del pescespada. Finalmente, un luntro scillese, catturò, il pomeriggio del 7 maggio 1896, uno spada degno del Papa. Il pesce fu sistemato in una cassa con limoni, arance, cedri e piante odorifere e la stessa sera fu spedito col diretto per Roma. Con lo stesso treno viaggiò Padre Zagari, che doveva presentarlo al Papa il giorno dopo. «Al mio arrivo al Vaticano – scrisse Padre Francesco Zagari – le guardie svizzere permisero l’entrata del pesce-spada. Un facchino di forze erculee si collocò l’enorme peso: ma fu costretto deporlo più di una volta; dove poi, accompagnato dai gendarmi pontifici, introdurre il dono sulla balaustra della scala marmorea; e per prevenzione già data, nell’anticamera del Papa». Leone XIII accolse il Padre cappuccino in maniera assolutamente informale «che mi sembrò non mai di essere alla presenza di un altissimo sovrano del Supremo Gerarca, ma innnazi a un padre amorevole, ad un buono e dolce pastore». Il Sommo Pontefice gradì molto il regalo. Col pescespada, arrivò al Papa un epigramma del latinista reggino Diego Vitrioli. Padre Zagari non rimase molto tempo a Molochio: fu trasferito presso il Convento di Fiumara di Muro. In questo convento finì la sua vita terrena il 29 marzo 1918. Cosa accadde al Convento e alla Chiesa della Vergine di Lourdes di Molochio, una volta che il fondatore se ne fu allontanato? Tra il 1910 e il 1914 il Convento e la Chiesa furono chiusi. Nel 1914 il piccolo complesso fu riaperto da Padre Serafino da Scilla, che vi rimase fino al 1919. Da questa data fino al 1935 il piccolo Convento e la Chiesa furono completamente abbandonati. Dal 1935, però, iniziò un lentissimo cammino verso il recupero sia degli ambienti del Convento (le cellette dei frati, divise da semplici tavole non erano adatte a riparare sufficientemente dalle intemperie) e della Chiesa della Vergine di Lourdes. Solo nel 1996 il «Conventino» di Molochio fu completamente ricostruito, grazie all’opera infaticabile di Padre Benigno Morabito. Anche la Chiesa fu riportata agli antichi splendori, così come ancora adesso si può vedere. Gli scillesi che fossero interessati a visitare questo Sacro luogo, voluto fortemente da uno scillese, devono contattare preventivamente i Padri Cappuccini di Taurianova, che hanno pertinenza sul «Conventino».

per gentile concessione dello storico prof. Francesco Cento, nato a Taurianova, cresciuto a Scilla, residente a Genova.

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