venerdì 27 giugno 2008

E Scilla perse anche la Pretura...

Della Pretura di Scilla oggi rimane questa immagine. E' la foto della sede baraccata, costruita dopo il sisma del 1908. Per la serie corsi e ricorsi storici, la documentazione tramandata dal dottor Bellantoni, medico, cronista, amministratore di spessore, fa luce su determinate e poco chiare posizioni assunte nell'attuale vicenda "chiusura ospedale". Buona lettura...
Storia – Come l’origine di tutte le cose si perde nel tempo, e difficile riesce rintracciare la storia fin dai suoi primordi, così a noi riesce impossibile precisare l’epoca in cui per la prima volta in Scilla ebbe sede il Magistrato addetto alla funzione della Giustizia. Certa cosa è che Scilla dipese quasi sempre dal Magistrato superiore risiedente in Reggio, e che fu, dopo questo, forse uno dei pochi, se non il solo dei paesi della Provincia attualmente esistenti, dove prima ebbe sede il magistrato. Il nostro rimpianto Canonico Giovani Minasi, che la sua vita, il suo ingegno e le sue sostanze dedicò alle ricerche storiche di Scilla, fa risalire Scilla, come sede di Magistrato, intorno all’anno 1000, ciò egli rilevò dal diploma di Alfonso I di Aragona del dì 8 marzo 1451, con cui si confermavano i privilegi di Scilla, tra i quali la scelta del Capitano, ossia Governatore o Giudice locale.
Questi privilegi erano stati concessi da Ruggero Conte di Sicilia, e dopo confermati dal Re Ladislao e dalla Regina Giovanna II. Tale privilegio fu, con rescritto 11 aprile 1520, dall’Imperatore Carlo V confermato. Detto rescritto ebbe il suo vigore fino all’occupazione dei francesi. Non fu solo questo privilegio che Scilla godette in fatto di Giustizia, infatti nelle lotte che sostenne contro la oppressione del feudatario conte di Sinopoli con dispaccio speciale del 12 settembre 1775 il re erigeva un tribunale speciale denominato Suprema Giunta di Scilla col mandato di eseguire tutte le cause intentate dagli Scillese contro quel feudatario. Con legge dell’8 dicembre 1806 promulgata da Giuseppe Bonaparte con la quale si divideva il Regno d’Italia in 14 province, ed in 495 Governi, si stabilì Scilla sede di Governatore, come pure Catona, Villa San Giovanni, S. Eufemia di Sinopoli, Oppido, Palmi, Polistena, Rosarno, Mileto, Sant’Agata, e Reggio solo Sottointendenza. Con legge del 19 Gennaio 1807 furono istituiti i Giudici di Pace, che nei tempi posteriori furono detti Regi Giudici, poi Giudici Mandamentali, ed oggi Pretori, e Scilla fu sede di Giudice, comprendendo nella sua giurisdizione Bagnara. Solano, Favazzina, Ciaramida e La Fossa. Bagnara fu eretta a Circondario con decreto 17 giugno 1831, e solo più tardi a mandamento. Con legge 30 Marzo 1890 si propose la soppressione della Pretura di Scilla e la sua aggregazione a quella di Bagnara. La Giunta Comunale di Scilla dell’epoca con memoria a stampa diretta al Consiglio Provinciale, che doveva pronunciarsi al proposito, difendeva i diritti della nostra Pretura. In seno al Consiglio Provinciale stesso l’avvocato Cavaliere di Cittanova ne assunse con calore e dottrina la difesa. Si riuscì in quella maniera a salvarla allora. L’avvento del fascismo al potere nell’ottobre 1922, la necessità sentita di radicali modifiche, i pieni poteri concessi al governo, attualmente al potere, il bisogno di forti economie per il riassetto della finanza dello Stato resero attuabile la soppressione di parecchie centinaia di Preture: tra queste la nostra. L’Amministrazione Comunale, la Società Indipendente Operaia, il Consiglio Provinciale protestarono per tale soppressione, e fecero voti perché essa potesse essere restituita.

Il prefetto dell’epoca, Commendatore Bodo così scriveva:

Sig. Dottore Rocco Bellantoni
Consigliere provinciale Scilla

Egregio Signore,
Preso atto di quanto la V. S. mi comunica con la sua lettera del 28 marzo u. s. Le assicuro che non manco di appoggiare l’istanza diretta a S. E. il Ministro di Grazia e Giustizia perché sia ripreso in esame il provvedimento di soppressione di codesta pretura.
Con stima

Come tutte le preture soppresse anche la nostra col primo ottobre cessò di funzionare. Voci vaganti insinuano che la nostra Pretura rimarrebbe soppressa, mentre quella di Bagnara sarebbe restituita, e quella di Scilla aggregata a Bagnara. Noi continuiamo a difendere i diritti nostri, ed in questo il pubblico intero di Scilla dovrebbe essere compatto, e siamo sicuri che lo sarà, fino al raggiungimento completo del diritto. Fino che i bisogni della Nazione ci costringeranno al sacrificio, noi per il bene della patria sapremo sopportalo, fin ché il diritto sarà eguale noi rimarremo ossequenti ed obbedienti, ma se deroga vi sarà di diritto, se la Nazione sacrifici non avrà più bisogno noi ci varremo di tutto per ottenere quel che per millennio abbiamo avuto, anche sotto forma di privilegio. Continueremo intanto in altri numeri a studiare le ragioni che giustificano la nostra sacrosanta richiesta.

Per la soppressione della Pretura di Scilla il giudice Romeo dovrà partire per nuova destinazione, ed a lui noi, interpreti del sentimento del pubblico, porgiamo il nostro saluto. Con lui partono anche il Cancelliere Giuffrè e l’addetto giudiziario Ferrari vada nello stesso tempo a loro il nostro saluto. Per la soppressione della Pretura di Bagnara è dovuto partire il giudice Basilio Laganà, che resse anche per parecchi mesi la nostra Pretura. Bagnara, tutta, volle rendere al colto e integerrimo magistrato una manifestazione di simpatia, che fece dimenticare e cancellare un atto inconsulto verso lui commesso in altro tempo. Noi che qui l’avemmo, che lo conosciamo non da oggi, e che abbiamo avuto il mezzo di constatare quanto egli sappia accomunare sapere e giustizia, anche noi, ed in noi è anche compresa tutta la nostra cittadinanza, rivolgiamo il saluto e l’augurio che di lui ne siano sempre apprezzate e riconosciute le doti in maniera che possa ascendere nella carriera ai più alti e ambiti posti.
Novembre 1923
Circola persistentemente la voce che coll’anno nuovo sarà restituita la Pretura a Bagnara, e che quella di Scilla, sarà annessa ad essa. Man mano che queste voci vanno pigliando consistenza una spontanea e viva agitazione negli animi dei cittadini scillesi si va preparando. Sarebbe una grave iattura per Scilla, - peggiore ancora dell’avvenuta soppressione – quella di tale provvedimento. Scilla non potrà né dovrà essere annessa a Bagnara; ragioni di convenienza, di tempo, di luogo, di transito; interessi economici e di affari tutto contrasta con tale provvedimento. Villa è sulla via di Reggio e di Messina, dove gli Scillesi ogni giorno accorrono per affari: potranno usufruire utilmente di parte della giornata se colà dovranno convenire per affari di giustizia. Scilla non ha questi interessi con Bagnara; per il cittadino sarebbe uno spreco inutile di tempo: urterebbe contro ogni convenienza economica. I mezzi di comunicazione sono più facili con Villa. Quindi il dilemma è semplice: o restano le cose come sono, o Scilla abbia uguale trattamento a Bagnara. Se a Bagnara sarà restituita, sia restituita a Scilla: se a Bagnara vi sarà istituita sezione di pretura, sezione di pretura sia anche Scilla. Giustizia lo vuole, e la popolazione lo reclama. E noi fidiamo nella giustizia imparziale del governo.
Dicembre 1923
A Bagnara è stata concessa una sessione di Pretura, e Scilla è stata annessa ad essa.
Noi abbiamo più volte deprecato tale danno. Pare però che la nostra voce e le buone ragioni che noi abbiamo adottate non abbiano convinto le autorità. Nella popolazione vi è, un vivo fermento, che man mano aumenta, e che un giorno o l’altro sprigionerà.
Noi ancora oggi, come ieri e come sempre ripetiamo che Scilla non potrà e non dovrà avere trattamento diverso di Bagnara, e non ci arresteremo fin quando ciò sarà ottenuto.
Marzo 1924
Il fermento che noi abbiamo più volte rilevato per la soppressione della Pretura va sempre più pigliando consistenza.
Tanto maggiormente in quanto si sparse la voce, che Seminara, - la quale aveva avuta soppressa la Pretura prima dell’ultimo decreto e poi riottenuta in seguito a gravi commovimenti popolari, l’ebbe soppressa di nuovo insieme con Bagnara e Scilla, - ha ottenuto, come Bagnara, la sessione.
Questa disparità, se la notizia è vera, è grave.
E’ grave perché Scilla non potrà sopportare questa differenza di trattamento, odioso e dannoso.
Noi richiamammo l’attenzione delle autorità più colte; e ancora ciò facciamo.
L’Unione Indipendente indisse una riunione dei Presidenti di tutte le associazioni del paese, in essa il Presidente della Società Cerchiai, Sig. Paolo Caratozzolo prospettò l’idea dell’astensione dal voto, ciò che egli ripetette innanzi all’avvocato Barbaro, candidato nella lista Nazionale. Per conto e nome delle Associazioni tutte fu, dal Comm. P. Macrì, Presidente dell’Unione Popolare, presentato all’Avv. Barbaro, in occasione della sua venuta in giro elettorale a Scilla, un memoriale allo scopo di riottenere il ripristino della Pretura, ed anche per la soppressione della tassa del vino. Con molto calore, nella stessa occasione, il Sindaco Cav. Avv. Varbaro sostenne la necessità del ripristino di essa, e prospettò i più urgenti e indispensabili bisogni del paese.
Ci auguriamo che ben presto i giusti desiderati siano ottenuti.
Aprile 1924
E’ da tutti quelli che hanno provato quanto è duro, fastidioso e dispendioso recarsi in Villa S. Giovanni o in Bagnara per espletare affari di giustizia, da tutti quelli che per togliersi di fastidio rinunciano a far valere per legge diritti, o chiedere condanne di colpe, che siamo sollecitati a riandare sulla vessata quistione della Pretura. Or noi abbiamo ripetutamente compiuto il nostro dovere occupandoci di questa questione a pag. 88 – 110 – 130 – 179 – 197 della prima annata della Rassegna: non ci fermeremo.
Che cosa hanno fatto enti, società, privati? Nulla, che noi ci sappiamo.
Or non basta che si scriva qualche nota per ottenere quel diritto secolare che si è perduto, ma è necessario dimostrare che in realtà questo diritto è sentito come bisogno non di pochi, ma della collettività. Privatamente tutti si lamentano, collettivamente tutti tacciono. Le società, che abbondano per numero, pronte ad osannare uomini, ad occuparsi di politica anche contro le regole statutarie, sollecitate a sbandierare i loro fiammanti vessilli a richiesta di uomini, che hanno per questa quistione capitale fatto? Nulla. Bagnara ha ottenuto la sessione e Scilla è vassalla di Bagnara e di Villa, sembra che la Giustizia di Scilla è un balocco che or è lanciato verso Villa, or verso Bagnara. Come Bagnara, Seminara, Polistena, anche esse hanno ottenuto la sessione. Per ottenerla che cosa hanno fatto questi paesi? Han lasciato mezzi intentati? Scilla aspetta che la Provvidenza di qualche mecenate gliela restituisca, per poi ottenere il vassallaggio? Aspetta l’asino, che l’erba cresce. Corre voce che l’Amministrazione abbia fatto richiesta della sede della Pretura per insediarvi le scuole. Non crede essa che tal passo, se vero, possa far credere che Scilla si è adattata prontamente a tale soppressione. Non perdiamo la fiducia in un ritorno, e lasciamo intanto stare la sede pronta. Non si aumentino gli inciampi. Intanto, dopo la soppressione del carcere, lamentiamo ancora che la stazione dei RR. CC. Non è più sede di Maresciallo Maggiore, ma di semplice Maresciallo.
Ad pejora!
Settembre 1924
“L’Agenzia Nazionale“ scrive che l’on. Rocco intenderebbe di questi giorni procedere ad una revisione delle soppresse Preture dal suo predecessore Oviglio ricostituendone molte in seguito a voti espressi da parte di enti locali e sezioni fasciste specialmente del Mezzogiorno. Noi ci permettiamo, - come facemmo tante atre volte per l’Amministrazione dimessa, - richiamare l’attenzione del Sig. Regio Commissario affinché presti la sua opera al fine di ottenere il ripristino della Pretura. Mettiamo sull’avviso l’egregio Commissario, che un lavoro preparatorio ai danni della nostra Pretura è stato fatto da Bagnara, perché questo paese fosse la sede della giustizia anche per Scilla. Il danno ne sarebbe incommensurabile, e sarebbe in vero delitto commesso avverso il diritto di Scilla. Il Sig. Regio Commissario certamente si renderà conto della gravità e urgenza del momento, e non risparmierà la sua valida cooperazione e siamo sicuri – ove egli lo credesse opportuno – non risparmierà di recarsi di persona alla Capitale per perorare validamente così importante causa a pro dei cittadini di Scilla. Egli sarà in ciò sorretto dall’appoggio completo, indistintamente di tutti i cittadini. Il fascio, - che è l’unico ente associato nel momento presente, il quale potrà influire presso gli organi statali e politici, - spenderà ne siamo convinti tutta la sua poderosa opera per la restituzione, addimostrando con fatti l’amore verso il proprio paese. Il paese attende fiducioso.
Novembre 1925
Siamo informati che si sta procedendo alla verifica per il ripristino delle Preture soppresse. Noi non ripetiamo le ragioni che militano a favore del ripristino di essa, ragioni che abbiamo espresso in molteplici scritti come a Anno I pag. 110, 130, 179, 197, Anno III pag. 155 – 265. La popolazione, conscia del suo buon diritto fiduciosamente attende ansiosa il ritorno della sede, ritorno che non può mancare, perché è sicura che il governo si sia già reso conto del danno che la soppressione ha arrecato ai cittadini di Scilla, senza alcun tornaconto economico da parte dello Stato. Noi che abbiamo compiuto intero il nostro dovere di cittadini e di pubblicisti nutriamo completa fiducia che il provvedimento non tarderà.
Marzo 1926
E’ con grande compiacimento che pubblichiamo quanto la “Società Indipendenti”, ha fatto per ottenere il ripristino della Pretura nostra. Essa che alla nostra campagna ha, per altra via, unito il suo interessamento, merita la riconoscenza di tutti per l’opera sua dispiegata, e va incoraggiata per tutto quanto essa compie per il bene generale del paese di cui ha in differenti occasioni dimostrato il suo interessamento. Nel 1924 essa indisse una riunione di tutti i presidenti delle Associazioni di Scilla allo scopo di promuovere un’agitazione per il ripristino della Pretura. A tale scopo si rivolse un appello ai deputati della Regione, per cui si ebbe le seguenti risposte:
L’Onorevole Avv. Salvatore Renda così scriveva:
“Stimatissimi amici,
Memore dei voti di codesta Spett. Associazioni, ho spiegato tutto il mio fervido interessamento, presso il competente Ministro, per la questione della Pretura di Scilla o per lo meno per la istituzione di una Sezione distaccata. Rimetto intanto una nota di S. E. Oviglio assicurando che non mancherò di spendere le mie più vive premure per il favorevole accoglimento della richiesta, essendo lieto di potere contribuire al benessere ed al miglioramento di codesta patriottica popolazione Con tanti saluti, con preghiera di comunicare a tutti i Signori Presidenti”.
Ed il Ministro Oviglio:
Roma 28 novembre 1924
“Caro Renda,
ho fatto prendere nota dei voti espressi e da te vivamente caldeggiati per ottenere la istituzione di una sede distaccata di pretura nel comune di Scilla e non mancherò di vedere se sia possibile esaudirlo al momento in cui dovrò prendere in esame le numerose istanze pervenute per analoghi provvedimenti
Cordiali saluti”.

Noi invocammo, ed invocheremo, con il desiderio di tutto il popolo di Scilla, non la sede distaccata, ma il ripristino della sede. Abbiamo fede che S. E. Oviglio esaudirà la giusta richiesta del diritto millenario di Scilla.
Maggio 1926

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