Luigi Sidari nasce a Scilla l'1 agosto del 1908, si laurea in medicina e chirurgia presso l'Università di Messina nell’ottobre 1934.
Nel 1937 vince il concorso per medico di porto a Massaua (città dell'Eritrea che durante l’occupazione fascista era diventata il primo porto del mar Rosso) dove svolge la sua attività fino al precipitare degli eventi bellici.
Infatti con l’occupazione inglese viene fatto prigioniero e trascorre la sua prigionia a Cheren, città celebre per l'omonima eroica battaglia tra le truppe italiane e le forze britanniche e del Commonwealth, avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale e che di fatto sancì la fine del sogno imperiale italiano.
Nel 1937 vince il concorso per medico di porto a Massaua (città dell'Eritrea che durante l’occupazione fascista era diventata il primo porto del mar Rosso) dove svolge la sua attività fino al precipitare degli eventi bellici.
Infatti con l’occupazione inglese viene fatto prigioniero e trascorre la sua prigionia a Cheren, città celebre per l'omonima eroica battaglia tra le truppe italiane e le forze britanniche e del Commonwealth, avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale e che di fatto sancì la fine del sogno imperiale italiano.
Rimpatria nel 1943, risponde da un avviso della Ponteggi Dalmine e lì viene assunto come direttore sanitario dello stabilimento industriale esistente nel paese di Dalmine, in provincia di Bergamo.
La situazione politica si fa incandescente e lui, essendo iscritto al Partito Nazionale Fascista, anche per proteggere moglie e figlia, torna a Scilla.
Nel suo paese cercano di ostacolarlo nell’esercitare la professione medica. Tra coloro i quali osteggiano il dottor Sidari vi è il futuro deputato del Psiup e sindaco di Scilla, avvocato Rocco Minasi (già volontario in Africa con le truppe della Milizia) e, addirittura, un parente "sinistrorso".
La guerra finisce e Luigi Sidari diventa finalmente medico condotto del paese. Il dottore, nonostante i soprusi subiti non è in cerca di rivalse e rimanendo fedele al giuramento di Ippocrate, mette a disposizione di tutti gli scillesi indistintamente la sua scienza.
Si deve a lui se Scilla ha un ospedale, il seme lo buttò priprio Luigi Sidari e poi l’opera fu proseguita da altri.
Nel 1950 lascia Scilla per Roma, e dopo una breve parentesi di allontanamento dal lavoro per motivi di salute, nel 1951 si trasferisce a Nettuno come Direttore Sanitario della Scuola Allievi sottufficiali del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Nel 1958 ritorna nella capitale e svolge le proprie funzioni presso la Scuola Allievi Guardie di P.S. di Castro Pretorio, per poi passare all’Ispettorato Sanitario delle Poste e Telegrafi di cui diventerà Ispettore Generale.
Il dottor Luigi Sidari si spegne a Roma il 25 maggio del 1977.
La situazione politica si fa incandescente e lui, essendo iscritto al Partito Nazionale Fascista, anche per proteggere moglie e figlia, torna a Scilla.
Nel suo paese cercano di ostacolarlo nell’esercitare la professione medica. Tra coloro i quali osteggiano il dottor Sidari vi è il futuro deputato del Psiup e sindaco di Scilla, avvocato Rocco Minasi (già volontario in Africa con le truppe della Milizia) e, addirittura, un parente "sinistrorso".
La guerra finisce e Luigi Sidari diventa finalmente medico condotto del paese. Il dottore, nonostante i soprusi subiti non è in cerca di rivalse e rimanendo fedele al giuramento di Ippocrate, mette a disposizione di tutti gli scillesi indistintamente la sua scienza.
Si deve a lui se Scilla ha un ospedale, il seme lo buttò priprio Luigi Sidari e poi l’opera fu proseguita da altri.
Nel 1950 lascia Scilla per Roma, e dopo una breve parentesi di allontanamento dal lavoro per motivi di salute, nel 1951 si trasferisce a Nettuno come Direttore Sanitario della Scuola Allievi sottufficiali del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Nel 1958 ritorna nella capitale e svolge le proprie funzioni presso la Scuola Allievi Guardie di P.S. di Castro Pretorio, per poi passare all’Ispettorato Sanitario delle Poste e Telegrafi di cui diventerà Ispettore Generale.
Il dottor Luigi Sidari si spegne a Roma il 25 maggio del 1977.
Si ringrazia la famiglia Gioffrè-Sidari per la gentile collaborazione.
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